Le immagini delle camere di sorveglianza. L’allarme lanciato dai piccoli partecipanti al corso di nuoto.
foto di repertorio
PISA – E’ rimasta sott’acqua senza essere soccorsa almeno 4-5 minuti Rachele, la bambina di 5 anni morta lo scorso mercoledì in una piscina comunale di Pisa. E a dare l’allarme non sono state le due istruttrici, che dovevano sorvegliare i piccoli partecipanti al corso di nuoto, ma un altro bambino. Sono questi gli sconcertanti sviluppi delle indagini della procura di Pisa confermati dal procuratore Ugo Adinolfi. La certezza di un così grave ritardo sono arrivate dalle analisi del video delle camere di sorveglianza che hanno ripreso tutta la scena della tragedia. Dunque non solo le due bagnine non si sarebbero accorte della piccola che annaspava in acqua, ma sarebbero state avvertite da uno dei bambini che avrebbero dovuto controllare. Entrambe sono state indagate dalla procura per omicidio colposo.
LE IMMAGINI – Nelle immagini della videocamera di sorveglianza, che soltanto per un caso era accesa quella mattina perché viene attivata quasi sempre di notte come anti furto, si vede solo una delle due istruttrici, l’altra è fuori campo. Era ai bordi piscina, come da regolamento, mercoledì mattina all’ora della tragedia? E per quali motivo né lei né la collega si sono accorte che la piccola stava annegando? Le risposte, dicono gli investigatori, arriveranno solo dopo indagini approfondite e un’analisi più dettagliata del filmato e per ora si possono fare solo ipotesi. Di certo oggi si sa che le due bagnine, una trentenne e una quarantenne, erano istruttrici con brevetto regolarmente iscritte alla Federazione italiana nuoto. Il padre di Rachele, Pierpaolo, medico psichiatra all’ospedale di Pisa, avvertito dell’incidente, è accorso in bicicletta alla piscina e ha trovato la figlia già morta. E’ stato lui, dopo aver accusato un malore, ad avvertire la moglie Cristiana Manzi, anche lei psichiatra. Le due istruttrici, ancora sotto choc, ai carabinieri hanno raccontato di aver visto la bambina affondare quasi in verticale. Si sono tuffate, hanno afferrato la piccina, le hanno praticato respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco, poi ripetuto dal medico del 118. «E’ stato un malore», avevano detto in lacrime ai carabinieri. Ipotesi, però, messa in discussione dall’autopsia effettuata, su incarico del pm Sisto Restuccia, da Luigi Papi, medico legale dell’Università di Pisa.
ATTESA – I risultati ufficiali si avranno soltanto tra un mese, ma secondo Carlo Porcaro D’Ambrosio, medico legale della famiglia della piccola, l’esame non avrebbe «rivelato evidenze macroscopiche di patologie pregresse» e dunque la piccola al momento della sciagura pare fosse in perfetta salute. Ieri la piscina è stata riaperta ma la vasca dove è accaduta la tragedia è ancora sotto sequestro.
fonte: http://www.corriere.it/