Comune in bancarotta: deve risarcire i familiari di un annegato



NARBOLIA. Niente stipendi, niente pagamenti ai fornitori, impossibile persino acquistare una penna: da giovedì scorso tutti i conti del Comune di Narbolia sono bloccati. È l’effetto della richiesta avanzata dagli eredi di Walter Pedrotti, il turista veneto morto 11 anni fa davanti alla spiaggia di Is Arenas. La sentenza di 1º grado ha condannato il Comune a pagare un risarcimento da più di un milione di euro. E ora i familiari del turista passano all’incasso.

Le colpe, secondo la sentenza di primo grado, stavano nella mancata installazione di adeguata segnaletica che indicasse ai bagnanti l’estrema pericolosità del tratto di mare e l’assenza di boe che delimitassero il limite massimo oltre il quale i bagnanti avrebbero corso rischi per la propria incolumità. «Hanno chiesto e ottenuto l’esecutività immediata della sentenza», dice Fabrizio Fais, il sindaco di Narbolia che si è trovato tra le mani una bomba che ora deve cercare di trattare con estrema delicatezza.

Perchè se esplodesse, per Narbolia sarebbe un disastro: «Tra una cosa e l’altra si arriva a un impegno di un milione e 900 mila euro. Il doppio del nostro bilancio. È assolutamente impensabile che Narbolia possa sopportare un peso del genere».

Per ora il Comune non è neppure in grado di sopportare il blocco dei conti: «Giovedì abbiamo saputo che l’istituto di credito che svolge il servizio di tesoreria aveva bloccato alcuni mandati. Di fatto siamo nell’impossibilità di spendere un centesimo».Questa mattina si cercherà di trovare una soluzione, quantomeno provvisoria, che eviti la paralisi dell’ente: «Abbiamo un incontro in tribunale – dice ancora il sindaco Fabrizio Fais -. Speriamo di trovare una soluzione. Chiederemo che ci venga data la possibilità di assicurare almeno i servizi essenziali.

Per spiegare meglio la situazione il sindaco ricorre a un accostamento con la cronaca recente: «Il nostro caso è simile a quello del Lodo Mondadori. Solo che in quel caso si parla di sentenza d’appello, mentre quella che ci riguarda è una sentenza di primo grado». E anche la cifra è decisamente diversa, anche se l’impatto che un risarcimento da un milione di euro può avere su un piccolo Comune è ben più devastante di quello del conto da 560 milioni che Finivest dovrà pagare a Cir. «Proprio per questo chiederemo la sospensione dell’esecutività della sentenza. È necessario attendere il pronunciamento definitivo».

Per la sentenza di appello sarà necessario attendere a lungo. Il 26 marzo di quest’anno si è svolta la prima udienza, ma la seconda è stata fissata per il 23 gennaio del 2015. E saranno così passati 15 anni dal tragico 14 luglio del 2000, giorno in cui avvene la disgrazia.La sentenza di primo grado è stata emessa l’anno scorso: il giudice Giorgio Murru, del tribunale di Oristano, aveva individuato nell’amministrazione comunale di Narbolia il responsabile indiretto della tragedia.

Arrivato dal Veneto per un periodo di vacanza, il 47enne insegnante di Verona era morto dopo tre giorni di agonia: le correnti del mare di Is Arenas l’avevano trascinato nel fondo e i soccorsi non erano bastati per evitargli danni che, dopo qualche giorno, si sarebbero rivelati fatali.

fonte : http://lanuovasardegna.gelocal.it


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