L’emittente del SecoloXIX ha affrontato il tema della sicurezza sulle spiagge dopo i due decessi di domenica scorsa avvenuti nelle acque del savonese, e dei numerosi interventi di salvataggio effettuati nel fine settimana.
«Un problema di formazione e mantenimento fisico dei bagnini» aveva detto il nuotatore Marco Formentini, nuotatore chiavarese medaglia di argento ai mondiali di nuoto del 2007.
Affermazione non condivisa da prof. Giuseppe Marino (Presidente della Società Nazionale Salvamento Genova) perché «ormai il salvataggio è più una questione di gestione dell’emergenza e non un’azione individuale.
La parte fisica, comunque importante, è sempre meno significativa: se l’intervento si riducesse ad un’azione individuale avremmo molti più morti tra i bagnanti e tra i bagnini. Se Formentini avesse ragione, la mortalità aumenterebbe: invece aumentano gli interventi e diminuisce la mortalità».
I dati snocciolati dal presidente della società di salvamento sembrano dargli ragione:
Nel 2007, fonte Istat, in Italia ci sono stati 370 morti in acqua; 933 in Francia, 494 in Spagna.
Dati in diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Ogni bagnino effettua 3 interventi in acqua all’anno, che moltiplicati per i circa 60 mila bagnini presenti sul nostro territorio, fanno 180 mila interventi totali (studio della società nazionale di salvamento). Il tasso di mortalità è di uno su 400 salvataggi.
«Gli incidenti avvengono con maggior frequenza dove non ci sono bagnini – ricorda Marino – cioè sulle spiagge libere che in Italia sono il 60 per cento del totale della costa balneabile (5700 chilometri su 8000 complessivi) e su cui insiste il 70 per cento delle persone che fanno il bagno. La sicurezza su questi litorali è di competenza dei comuni che, invece di allestire presidi fissi di guardaspiaggia, appongo il cartello “spiaggia libera non sorvegliata”. Capisco che sia anche una questione economica, ma la proposta che faccio ai comuni è quella di vendersi la pubblicità sulle spiagge per coprire i costi».
Idea raccolta da Pierluigi Vinai, segretario ligure dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, che contattato nei giorni scorsi, si era detto interessato all’ipotesi: «se ci arriva una proposta scritta, la terremo in considerazione. Sembra interessante».
«Prepareremo subito una relazione e gliela consegneremo» ha concluso Giuseppe Marino che intanto il primo luglio a Roma si incontrerà con alcuni rappresentanti del governo per mettere a punto una serie di attività sulla prevenzione e la sicurezza in acqua.
Fonte: http://www.ilsecoloxix.it
Ha ragione il presidente Marino, aggiungo che si dovrebbe porre obbligo però a coloro che intendono lavorare come bagnini durante l’estate di svolgere un numero decente di ore di allenamento prima e durante il periodo di lavoro perchè è fondamentale essere efficienti per essere utili agli altri. Il problema delle spiagge libere è ormai annoso e lo dico per i miei 30 anni di servizio; ho constatato di persona che il problema da parte dei comuni viene costantemente trascurato per motivi economici. Mi chiedo: QUANTO VALE LA VITA DI UNA PERSONA? Domenica è morta una bimba di soli 4 anni su una spiaggia libera senza sorveglianza; credo che ogni politico locale debba interrogarsi seriamente su questi eventi perchè una vita interrotta in così giovane età vale molto più del bilancio di 10 anni di qualsiasi comune. Noi che siamo in prima linea assistiamo spesso attoniti e imponenti di fronte e tanta superficialità.
siamo in accordo con quello che dici e pensi!
Purtroppo oggi al di fuori dei malori improvvisi gli incidenti avvengono spesso e volentieri per la negligenza dei bagnanti 🙁 Sembra impossibile eppure ancora oggi ci si sente eroi capaci di affrontare il mare in qualsiasi condizione… asoolutamente sbagliato il mare va rispettato anche dal più grande nuotatore del mondo! Capisco chi abbandona le grandi città per arrivare in spiaggia il sabato e la domenica magari affrontando anche 4 ore di traffico ma non si può pretendere di tuffarsi in condizioni proibitive. Le postazioni di Salvataggio fanno tutto il possibile per evitarlo con l’informazione ma il problema principale sappiamo benisiimo in cosa consiste, come dicevo prima “Informazione” non si può impedire alle persone di entrare in acqua con la forza… non siamo autorizzati!!! Ma le forze dell’ordine in spiaggia dove sono? Stabilire se un bagnino ha fatto prevenzione fischiando e avvertendo il turista come si può constatare quando succede il peggio? Allora direi che innanzitutto ci vorrebbe una buona informazione già nelle scuole e se si fa è ancora poco…. una presenza maggiore delle autorità preposte e poi un po di buon senso da parte di tutti con rispetto reciproco quel rispetto che ormai è andato perso……….Auguro a tutti gli operatori del settore buon lavoro.
a ME è CAPITATO MOLTISSIMO SPESSO DI NOTARE CHE IL BAGNINO DI SALVATAGGIO VIENE SISTEMaticamente ,impiegato come tuttofare , è questo ritengo sia sotto gli okki di tutti , cmq io parlo dell’area Lazio per intenderci !
non riteniamo che sia una cosa giusta. Il bagnino nelle ore di sorveglianza deve guardare i suoi bagnanti che sono in acqua.