IL PRIMO SALVATAGGIO LO FECI A 18 ANNI.

LAVORAVO AL BAGNO VITTORIO VENETO AL CONFINE CON IL BAGNO GIORGIA DELLA DARSENA DI VIAREGGIO.

AL BAGNO ACCANTO C’ERA IL MIO BAGNINO ISTRUTTORE: GIORGIO PEZZINI.

GIORGIO E’ UN POZZO DI SAPERE,  UN GRANDE OSSERVATORE , UN MAESTRO VERAMENTE IN GAMBA.

MI HA SPIEGATO MOLTE COSE SUL MARE,  SU COSA VOGLIA DIRE FARE IL BAGNINO E SULL’IMPORTANZA DI ESSERE SEMPRE ALLENATO PER AFFRONTARE AL MEGLIO LE  SITUAZIONI PERICOLOSE.

UN GIORNO , DURANTE LA PAUSA PRANZO , ERO SOLO ALL’OMBRELLONE.

SORVEGLIANZA AFFIEVOLITA ,  I MIEI COLLEGHI ERANO A PRANZO ,  UN LEGGERA BREZZA SVENTOLAVA  LA BANDIERA GIALLA QUANDO IN PIU’ PUNTI ,  NOTAI UNO STRANO RIBOLLIO.

INCURIOSITO, MI TUFFAI E MI CI AVVICINAI A NUOTO.

VOLEVO CAPIRE, COSA FOSSE.

ERANO DELLE BUCHE PROFONDE, MOLTO STRANE IN CUI L’ ACQUA ERA FREDDA , BLUASTRA  E LA CORRENTE CREAVA DEI MOVIMENTI STRANI.

IN QUEL PUNTO GALLEGGIAVO MALE.

SPAVENTATO E IN DIFFICOLTA’ DECISI DI TORNARE A RIVA.

CONTINUAVO AD OSSERVARE QUESTO STRANO FENOMENO, QUANDO SENTII URLARE UNA RAGAZZA.

ERA AGGRAPPATA  AL FIDANZATO CHE TENTAVA DI TENER LA A GALLA.

IL MALCAPITATO , NON CI RIUSCIVA TROPPO BENE,  SEMBRAVA UN “SUGHERINO”  QUANDO IL PESCE MANGIA L’ESCA.

UN LEGGERO BRIVIDO MI CORSE LUNGO LA SCHIENA E LE GAMBE INIZIARONO A TREMARE.

DOVEVO FARE IL MIO PRIMO SALVATAGGIO …….  TUTTO DA SOLO!!!

PRESI IL PATTINO PER LE PUNTE E LO SPINSI IN ACQUA.

ERA UN VECCHIO  MOSCONE DI LEGNO CHE PESAVA DA MORIRE.

MENO MALE CHE ERO IN PIENA FORMA FISICA , ERANO GIA’ DEGLI ANNI CHE FACEVO CULTURISMO , ALTRIMENTI NON CI SAREI RIUSCITO.

REMAI FINO AI DUE RAGAZZI.

QUANDO ARRIVAI IL RAGAZZO AVEVA  BEVUTO PARECCHIO E PER RESPIRARE E LIBERARSI DALLA PRESA ,  AVEVA  STRAPPATO IL COSTUME DELLA BELLA FIDANZATA.

NON MI ACCORSI DI NULLA,  MI AVVICINAI ALLA RAGAZZA E SUBITO LA ISSAI A BORDO.

FU A QUEL PUNTO CHE NE VIDI  LE NUDITA’.

ERA BELLISSIMA, SEDUCENTE ED ECCITANTE.

ERO IN TILT.

MI SORRISE DIVERTITA ACCORTASI DEL MIO IMBARAZZO.

NON POTEVO FARE A MENO DI GUARDARLA.

COL REMO, SENZA ACCORGERMENE, COLPII IL FIDANZATO SULLA TESTA.

IL POVERETTO CON IL SUO LAMENTO MI RINSAVI’  SUBITO.

LO AIUTAI A SALIRE A BORDO E INSIEME TORNAMMO A RIVA.

I DUE MI RINGRAZIARONO CALOROSAMENTE .

LA GIOVANE MALIZIOSA MI ABBRACCIO’, ACCOSTO’ I SUI SENI A ME , LA TEMPERATURA ERA ROVENTE.

LE DISSI IN UN ORECCHIO CHE ERA MEGLIO CHE SI ALLONTANASSE E SMETTESSE DI RINGRAZIARMI, PERCHE’ GIA’ MI TREMAVANO LE GAMBE PER QUESTA ESPERIENZA E CHE SE AVESSE CONTINUATO MI SAREBBERO SERVITI I POMPIERI.

CON UN BEL SORRISO  SI ALLONTANO’ MANO PER LA MANO  AL FIDANZATO.

QUEST’ULTIMO MI STAVA GUARDANDO INTENSAMENTE, NON SO SE PER GRATITUDINE O PER GELOSIA.

ANCORA OGGI NON SO’ COSA FOSSERO QUEGLI STRANI RIBOLLII,TROPPO ECCITATO DALL’AVVENTURA, NON CHIESI MAI AL MIO AMICO GIORGIO SPIEGAZIONI SU  QUESTO FENOMENO MARINO.

E’ STATO PROPRIO UN SALVATAGGIO CURIOSO.

Racconto di Maurizio Briozzo.

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