Il tuffo a nove anni per salvare un bimbo

Il racconto abbracciando la mamma: «Pensavo facesse il gioco dell’apnea Ma era sotto per troppo tempo»

BUONE NOTIZIE – LORENZO, IL MINI RUGBISTA, CHE HA SALVATO LEONARDO DAL FONDO DELLA PISCINA

Lorenzo durante un allenamento di rugby

 

 

 

 

 

Magari diventeranno amici per sempre. O forse non si incontreranno mai. Leonardo ha cinque anni e l’altro giorno stava annegando. Lorenzo ne ha nove e gli ha salvato la vita. Ci vuole istinto, fiato, coraggio. Lorenzo ha visto quel bambino immobile sul fondo della piscina, «starà facendo il gioco dell’apnea» ha immaginato. Uno, due, tre… dieci e vince chi resiste di più. Ma il piccolo era sotto da troppo tempo, nessun bambino può resistere così tanto. Istinto. Lorenzo si è tuffato e le sue braccia hanno tagliato l’acqua veloci come non mai. Pochi istanti e le sue mani hanno stretto forte un braccino di Leonardo. Fiato e coraggio. Adesso non poteva più mollare o quel bimbetto non ce l’avrebbe fatta. Ancora due bracciate, soltanto due, e Lorenzo ha raggiunto il bordo vasca. «Ho urlato ed è arrivato il bagnino che l’ha tirato fuori dall’acqua» ripete a sua madre Paola. «Quel bimbo non si muoveva, aveva la bocca aperta, vomitava». L’ha portato via l’elisoccorso, intubato. Ancora qualche istante e non avrebbe avuto scampo, invece gli è bastato un giorno di rianimazione per tornare a giocare.

 

È stato Pietro, dieci anni, a raccontare tutto a casa: «Mamma oggi Lorenzo l’ha fatta davvero grossa» ha esordito per descrivere l’impresa di suo fratello. «Mi aspettavo che parlasse di una marachella, di un dispetto qualsiasi» riassume Paola. Però stavolta aveva ragione Pietro, era «davvero grossa». Non è cosa di tutti i giorni salvare la vita a qualcuno. «L’ho tirato su perché sennò moriva» semplifica Lorenzo con gli amichetti che lo chiamano per dirgli «bravissimo» dopo aver letto la storia sul quotidiano locale la Tribuna (siamo a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso).

«Lui non chiede la medaglia da eroe» giura sua madre, «solo che c’è rimasto malissimo perché qualcuno all’inizio ha detto che a tuffarsi è stato il bagnino». Offeso ma non scoraggiato Lorenzo ha spiegato a tutti che «non è vero», che lui le bugie non le dice e che appena quel bambino sarebbe stato bene gli sarebbe tanto piaciuto andare a trovarlo.

La reazione istintiva del salvataggio con il passare dei giorni ha lasciato il posto a pensieri che spaventano un po’. Ogni tanto Lorenzo torna con i ricordi alle bracciate veloci, a quell’immagine: «Era fermo, faccia in giù.. poi aveva la bocca aperta e non respirava…».

Come racconta Paola, Lorenzo non è tagliato per le azioni che richiedono fatica. Lui e suo fratello giocano a rugby ma mentre Pietro prende le cose sul serio «Lorenzo è capace di fermarsi mentre gioca per guardare un fiore spuntato nel campo o una formica. Gli allenamenti li fa ma quando finisce la partita si sente molto meglio».

Un personaggio, nel suo piccolo. Un futuro da romanticone. Nella sua squadra tutti ricordano di quella volta che se ne stava a bordo campo con un fumetto fra le mani. «Allora? Ti muovi per favore? Stiamo aspettando solo te» lo ha chiamato per l’ennesima volta l’allenatore. «Un momento, sto leggendo Topolino » ha risposto lui serafico strappando una risata a tutti. Se proprio qualcuno perde la pazienza davanti alla sua flemma, lui se la cava quasi sempre con un abbraccio. Proprio come fa a scuola per conquistare le maestre quando le cose si mettono male perché non ha studiato abbastanza: «Il più delle volte loro si commuovono e ci cascano» dice sua madre «perché gli abbracci di Lorenzo sono irresistibili».

Dopo il salvataggio di Leonardo, Lorenzo ha stretto forte sua madre ogni volta che la memoria lo ha riportato sul fondo della piscina e lo ha tenuto lì sotto troppo a lungo: «Se ci penso mi viene un po’ paura» ha confessato. Poi ha saputo che quel bambino sta bene e soltanto in quel momento ha chiesto «festeggiamo?». Il premio è stato una gita da McDonald. Un hamburger mostruoso per quanto era grosso. E passa la paura.

Giusi Fasano

fonte: http://www.corriere.it

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