Le micidiali buche nei fondali che fanno annegare ed il prezioso lavoro dei bagnini

Già da alcuni giorni lungo le coste italiane a causa delle particolari condizioni climatiche, tra malori e annegamenti,  si è assistito ad un vero bollettino di guerra. Domenica scorsa mi sono trovato sulla spiaggia della Biodola, dove le onde ingrossate dal forte vento di maestrale frangevano con impeto sulla battigia, provocando non pochi problemi per la sicurezza della balneazione. L’azione di reflusso dell’acqua che ritorna in mare, alimenta infatti le cosiddette “buche”, formando dei canali di forte corrente che spinge al largo, creando una situazione di grande pericolo per gli ignari bagnanti che inconsapevolmente ci si vengono a trovare dentro.

Le buche sono delle vere macchine da guerra e ogni anno sono la principale causa della maggior parte degli annegamenti. Colpiscono sia a mare calmo che agitato, senza distinzione di età e di capacità natatorie. Annega il non nuotatore a mare calmo, che improvvisamente incappa in un fondale più alto dove non tocca e le sue vie respiratorie si vengono a trovare sotto la superficie dell’acqua. Annega il bravo nuotatore, che nel tentativo di guadagnare la terra ferma, nuota ignaro controcorrente, perdendo ben presto le forze e sfiancato inesorabilmente viene sopraffatto.

Tragedie queste, che potrebbero essere evitate conoscendo il pericolo e i propri limiti. L’imprudenza è sempre la principale causa di tali incidenti e i Bagnini che ho visto all’opera sulla spiaggia della Biodola ne sono ben consapevoli. Erano non a caso tutti schierati sulla battigia davanti alle zone più pericolose, proprio quelle dove si formano le buche e non mancava nessuno, c’erano sia quelli appartenenti alle concessioni, che quelli in forza ai punti blu della spiaggia libera, formando una sola squadra di angeli del mare.

Tutti attenti ad allontanare tempestivamente il bagnante, che incauto si accingeva ad entrare in acqua nel punto sbagliato, attirato dal tratto di mare apparentemente calmo e privo di onde, perché spianato dalla forte corrente, che lo avrebbe certamente spinto in un attimo al largo. Tutti pronti a rischiare la propria vita, per salvare quella di coloro che nonostante le bandiere rosse ben visibili issate sui pennoni lungo tutto il perimetro della spiaggia, segnalavano quello che era evidente anche agli occhi di un bambino.

Eppure in Italia, salvo qualche rara eccezione dovuta a specifiche ordinanze del sindaco, rimane l’unico paese europeo, che con la segnalazione di condizioni proibitive del mare, non vige anche il divieto di balneazione. Alla mancanza di uniformità con il resto d’Europa in un momento in cui c’è l’esigenza di uniformarsi, si aggiunge la mancanza di uniformità su tutta la costa italiana di applicazione del divieto di balneazione,  quando anche il più imprudente o sprovveduto dei bagnanti rischia mettere a repentaglio la sua vita o quella dei suoi eventuali soccorritori.

In attesa di una legge che dimostri sensibilità su questo tema, oggi posso solo che ringraziare e plaudire questi uomini e queste donne che sulla spiaggia e nelle piscine indossano la maglietta rossa, che con grande senso di responsabilità e altissima professionalità, si trovano in prima linea per salvaguardare la vita degli altri al costo della loro.

Bagnini eroi di tutti i giorni.

Stefano Mazzei – Società Nazionale di Salvamento Sezione Isola d’Elba.

fonte:http://www.elbareport.it

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