PORTOFERRAIO. «No, il bagnino Superman, quello che faceva tutto a mani nude, non esiste proprio più.
Ora la figura di chi si occupa della sicurezza dei bagnanti somiglia piuttosto a quella di un paramedico: basta pensare, tanto per fare un esempio, che ormai si può conseguire un brevetto anche per l’uso del defribillatore».
Per Stefano Mazzei, 39 anni, da tempo alla guida della scuola elbana che fa capo alla Società Nazionale di Salvamento (organizzazione fondata a Genova nel 1871, la seconda nel mondo e la prima nel distribuire brevetti ufficiali, con soci illustri del calibro di Giuseppe Garibaldi), la figura del bagnino è molto, molto diversa da quella a cui eravamo abituati in passato.
Dalla semplice maglietta di Mario-Panariello (personaggio di cui parliamo in questa stessa pagina), siamo passati infatti ad attrezzature di prim’ordine e ad una figura di professionista completo, in grado soprattutto di «prevenire» gli incidenti.
Insomma, Stefano, grande spazio alla tecnologia ed alla preparazione sempre più completa e specifica.
«Proprio così. Noi usiamo molto le attrezzature più avanzate e stiamo anche cercando, come è già avvenuto in alcune località, di farle inserire nella dotazione obbligatoria.
Sto parlando ad esempio del Rescue Can, detto anche Baywatch, visto l’uso che se ne fa nell’omonima serie televisiva, una specie di salsiciotto in materiale plastico molto resistente che il bagnino può portarsi dietro con facilità ed usarlo per trascinare il bagnante in difficoltà.
Poi le ‘pinnette’ che permettono anche di correre sulla spiaggia e diventano utilissime in caso di mare mosso, buche o correnti.
Un altro accessorio importante è il Rescue Tube, utilizzate moltissimo in piscina negli Stati Uniti e che, per mezzo di una cinghia, permette di avvolgere il bagnante. Non c’è più spazio, invece per il salvagente a ciambella, che serve solo per buttarlo in acqua dalle imbarcazioni».
Su quali altri settori state concentrando la vostra attenzione?
«Dal 1999 abbiamo ‘brevettato’ almeno 115 bagnini in corsi bimestrali, mentre la Società di Salvamento, a cui fanno capo 170 sezioni, ne sforna, in un anno, almeno 7mila (nel settore esiste anche la sezione Salvamento della Federnuoto che fornisce brevetti per Assistenti Bagnanti, ndr).
Le nostre lezioni non sono solo pratiche, ma grande spazio è dato anche alla teoria, magari con nozioni di meteorologia e di primo soccorso.
Ma i brevetti ormai comprendono, oltre a quello per bagnino, la specializzazione nell’uso dell’ossigeno, dello stesso defibrillatore, del primo soccorso, del Rescue Diver (salvataggi con attrezzature subacquee), e di rianimazione pediatrica.
Per questo abbiamo istituito anche il Master Rescue, un brevetto che può conseguire solo chi ha tutti gli altri appena citati».
In conclusione, qual è il futuro del vostro mestiere?
«Sicuramente, la costituzione di coop che ci permettono di sorvegliare tutta la spiaggia, di organizzare meglio il lavoro e di istituire dei turni».
fonte : http://www.bagnini.org