PROVVIDENZIALE INTERVENTO.
L’USI POLEMIZZA: AVER “CONGEDATO” ANTICIPATAMENTE I SALVATAGGI HA CREATO DISSERVIZI E QUINDI PERICOLI
La madre della piccola di 5 anni terrorizzata: «L’ho vista andare sott’acqua»
RIMINI.
Una bambina di cinque anni ha rischiato di annegare ieri pomeriggio nel tratto di mare antistante la spiaggia libera.
Se ha potuto riabbracciare la madre, che la guardava impotente mentre chiedeva aiuto, è grazie all’intervento di un marinaio di salvataggio che era lì solo per spirito di servizio, visto che la stagione balneare è chiusa dall’11 settembre.
«Mia figlia faceva il bagno a riva – spiega la madre della piccola, una donna di origine russa residente a Rimini – ma il vento di terra l’ha spostata al largo, circa a 70 metri dalla riva.
Io la seguivo con lo sguardo e a un certo punto ho visto che ha iniziato ad agitare le braccia, gridando aiuto.
Ho iniziato a correre verso di lei ma il bagnino è stato molto più veloce e l’ha presa quando era già andata sott’acqua.
Se non ci fosse stato lui non so cosa sarebbe successo».
Uno di quei casi che proprio i marinai di salvataggio avevano paventato quando sono stati costretti a tirare i remi in barca, nonostante la stagione fosse ancora nel pieno.
Stefano Lucchi, autore del salvataggio di ieri pomeriggio, e rappresentante del sindacato Usi Rimini sottolinea: «Sono stato in spiaggia, così come tanti altri miei colleghi, per monitorare la situazione, sapendo che ci sarebbe stata molta gente nell’ultimo fine settimana estivo, come è stato, e per fortuna mi trovavo lì in quel momento».
I salvataggio hanno deciso di delineare una fotografia il più esatta possibile «di questo “disservizio pubblico” e messa in pericolo della salvaguardia della vita in mare – spiega Lucchi -.
La zona da noi presa in esame è quella che va dalla spiaggia libera del porto fino allo sbocco dell’Ausa al bagno 28.
Sabato solo in questo tratto alle 16 c’erano circa 1200 persone di cui 130 erano davanti alla spiaggia libera del porto.
Si presume che siano state circa diecimila le persone a entrare in acqua in questa zona la giornata di sabato».
Il marinaio di salvataggio ricorda la persona morta per malore in spiaggia a Rivazzurra nei giorni scorsi quando il servizio di salvamento era già terminato come disposto dall’ordinanza comunale.
«Si può anche affogare in seguito a “un malore” e in realtà come avvenuto questa estate i defibrillatori dal bagno 1 al 28 sono stati usati risultando decisivi nella rianimazione di due persone.
Situazioni, interventi e successi che sono resi possibili dal servizio quando c’è e grazie alla costanza della promozione della sicurezza dei marinai di salvataggio e dei responsabili del 118».
Fonte: http://www.corriereromagna.it/